332 |
storia della decadenza |
|
fortificazioni dell’Istmo di Corinto. Il Chersoneso di Tracia, ch’è un’altra Penisola all’estremità dell’Europa, sporge per tre giornate di cammino nel mare, e forma co’ lidi addiacenti dell’Asia lo Stretto dell’Ellesponto. Gl’intervalli, frammezzo ad undici ben popolate Città, eran pieni di alti boschi, di be’ pascoli, e di arabili campi; e l’Istmo di trentasette stadi era stato fortificato da un Generale Spartano, novecento anni prima del Regno di Giustiniano1. In un tempo di libertà e di valore, il più leggiero riparo può impedire una sorpresa; e sembra che Procopio non conosca la superiorità degli antichi tempi, allorchè loda la solida costruzione ed il doppio parapetto d’un muro, le lunghe braccia del quale s’estendevano da ambe le parti nel mare, ma di cui la forza fu creduta insufficiente a guardare il Chersoneso, se ogni Città e specialmente Gallipoli e Sesto, non si fossero assicurate con le particolari loro fortificazioni. La lunga muraglia, com’enfaticamente dicevasi, era un’opera tanto vergognosa per l’oggetto di essa, quanto rispettabile per l’esecuzione. Le ricchezze di una Capitale si spargono nella vicina Campagna: ed il territorio di Costantinopoli, ch’è un paradiso della Natura, era ornato con i lussuriosi giardini, e con le ville de’ Senatori e degli opulenti Cittadini. Ma la lor opulenza non servì, che ad attirare gli arditi e rapaci Barbari; i più nobili dei Romani, che vivevano in seno ad una pacifica indolenza, furon condotti via schiavi dagli
- ↑ Zenofonte Hellenic. lib. III c. 2. Dopo una lunga e tediosa conversazione co’ declamatori Bizantini, quanto è piacevole la verità, la semplicità e l’eleganza d’un Attico Scrittore!