326 |
storia della decadenza |
|
la maggior parte furono decorate di marmo e d’oro; e la varia loro situazione giudiziosamente si scelse o in una popolata piazza, o in un piacevol boschetto, o sul lido del mare o su qualche alta eminenza che dominava i Continenti dell’Europa e dell’Asia. La Chiesa de’ Santi Apostoli a Costantinopoli e quella di S. Giovanni in Efeso pare che fossero formate sull’istesso modello: le loro cupole aspiravano ad imitar quella di S. Sofia; ma l’Altare con più giudizio era collocato sotto il centro della cupola, nella riunione de’ quattro magnifici portici, che più esattamente rappresentavano la figura della croce Greca. La Vergine di Gerusalemme potè esultar per il Tempio innalzatole dall’Imperial suo devoto in un luogo il più infelice, che non somministrava all’Architetto nè suolo, nè materiali. Si formò un piano, alzando porzione d’una profonda valle all’altezza d’una montagna. Furon tagliate in forme regolari le pietre d’una vicina cava; ogni pezzo fu fissato sopra una particolare specie di carro tirato da quaranta de’ più forti bovi, e furono allargate le strade per il passaggio di sì enormi carichi. Il Libano diede i cedri più alti per le travi della Chiesa; e l’opportuna scoperta d’un filone di marmo rosso ne somministrò le belle colonne, due delle quali, che sostenevano il Portico esteriore, passavano per le più grandi del Mondo. Si sparse la pia munificenza dell’Imperatore sopra la Terra Santa; e se la ragione condannerebbe i Monasteri di ambedue i sessi che furono fabbricati o restaurati da Giustiniano, pure la carità deve approvare i pozzi, ch’egli scavò e gli spedali, ch’eresse per sollievo degli stanchi pellegrini. L’indole scismatica dell’Egitto non meritava le Reali beneficenze; ma nella Siria e nell’Affrica si applica-