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324 | storia della decadenza |
S. Sofia, enumera i colori, le ombreggiature, e le macchie di dieci o dodici marmi, diaspri e porfidi, che la natura aveva profusamente variati, e che furon mescolati e posti fra loro in contrasto, come da un abil Pittore. Si adornò il trionfo di Cristo con le ultime spoglie del Paganesimo; ma la maggior parte di queste costose pietre fu estratta dalle cave dell’Asia minore, delle Isole, e del Continente della Grecia, dell’Egitto, dell’Affrica e della Gallia. La pietà di una Matrona romana offerì otto colonne di porfido, che Aureliano aveva collocate nel Tempio del Sole; otto altre di marmo verde presentate furono dall’ambizioso zelo dei Magistrati d’Efeso: e tanto le une che le altre sono ammirabili per la lor mole e bellezza, ma ogni ordine d’architettura rigetta i loro fantastici capitelli. Erasi curiosamente espressa in mosaico una quantità di vari ornamenti e figure; e le immagini di Cristo, della Vergine, dei Santi e degli Angeli, che sono state cancellate dal fanatismo Turco, erano pericolosamente esposte alla superstizione de’ Greci. Secondo la santità d’ogni oggetto eran distribuiti i preziosi metalli in tenui lamine, o in solide masse. La balaustrata del Coro, i capitelli delle colonne, e gli ornamenti delle porte e delle gallerie eran di bronzo dorato; s’abbagliavano gli occhi dello spettatore dal brillante aspetto della Cupola; la Tribuna conteneva qua-
piccole stelle; 4. Il marmo verde di Laconia: 5. il Cario del monte Jassi con vene obblique bianche e rosse: 6. il Lidio pallido con un fiore rosso: 7. L'Affricano o Mauritano d’un color d’oro, o di zafferano: 8. il Celtico nero con vene bianche: 9. il Bosforico bianco con punte nere. Oltre il Proconnesio, che formava il pavimento, il Tessalo, il Molossio ec. che son coloriti meno distintamente.