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dell'impero romano cap. xl. | 301 |
per la vicinanza de’ Persiani a’ mercati dell’Indie; e l’Imperatore soffrì quell’incomodo, finattantochè non furono soddisfatti i suoi desiderj da un avvenimento non aspettato. S’era predicato il Vangelo agl’Indiani; già un Vescovo governava i Cristiani di S. Tommaso sulla costa del pepe di Malabar; erasi piantata una Chiesa in Ceylan; ed i Missionari seguitavano le tracce del Commercio fino all’estremità dell’Asia1. Due Monaci Persiani avevan dimorato per lungo tempo nella China, probabilmente nella Real Città di Nankino, residenza d’un Monarca addetto alle superstizioni straniere, e che in quel tempo ricevè un’ambasceria dall’Isola di Ceylan. In mezzo alle pie loro occupazioni osservarono con occhio curioso l’abito commune de’ Chinesi, le manifatture di seta, ed i milioni di bachi, l’educazione de’ quali (o all’aria aperta sugli alberi o nelle case) una volta si considerava come opera propria delle Regine2. Tosto essi conobbero che non era possibile trasportare un insetto di sì corta vita, ma che nel seme poteva conservarsene una numerosa generazione e propagarsi in lontani Paesi. La religione o l’interesse potè più sopra i Monaci Persiani, che l’amore della loro patria: dopo un lungo
- ↑ Vedi le missioni Cristiane all’Indie presso Cosimo (L. III p. 178, 179 L. XI p. 337), e si consulti Asseman. Bibliothec. Orient. Tom. IV p. 413, 548).
- ↑ L’invenzione, la manifattura, e l’uso generale della seta nella China si può vedere presso il Duhalde (Description generale de la Chine Tom. II p. 165, 205, 223). La Provincia di Chekian è la più rinomata, sì per la quantità, che per la qualità di essa.
beria o Zingi (p. 138, 139) fino a Taprobana (Lib. XI p. 339).