Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/269


dell'impero romano cap. xl. 263

vere o della disgrazia, successivamente compose l’istoria, il panegirico, e la satira de’ suoi tempi. Gli otto libri delle guerre Persiana, Vandalica e Gotica1, che son continuati ne’ cinque libri d’Agatia, meritano d’essere da noi stimati, come una laboriosa e felice imitazione degli scrittori Attici, o almeno Asiatici dell’antica Grecia. I fatti, ch’ei narra, son tratti dalla propria personale esperienza, e dalla libera conversazione d’un soldato, d’un ministro, e d’un viaggiatore; il suo stile continuamente aspira, e spesse volte giunge al merito d’esser forte ed elegante; le sue riflessioni, specialmente ne’ discorsi, che troppo frequentemente v’inserisce, contengono un ricco fondo di cognizioni politiche; ed eccitato l’Istorico dalla generosa ambizione d’istruire e dilettar la posterità, sembra che sdegni i pregiudizi popolari e l’adulazione delle Corti. Gli scritti di Procopio2 erano

  1. Ne’ primi sette libri, destinati due alla guerra Persiana, due alla Vandalica, e tre alla Gotica, Procopio ha preso la divisione delle Province e delle guerre da Appiano. L’ottavo libro, quantunque porti il nome di Gotico, non è che un miscellaneo e general supplemento fino alla Primavera dell’anno 553, dal qual tempo fino al 559 vien continuato da Agatia (Pagi Critic. an. 579 n. 5).
  2. Il destino letterario di Procopio è stato alquanto infelice. Primieramente i suoi libri de Bello Gothico furono involati da Leonardo Aretino, e pubblicati (in Foligno 1470 ed a Venezia 1471 presso Janson. Mattaire Annal. Typogr. Tom. I ediz. 2 p. 240, 304, 279, 299) in suo proprio nome (Vedi Voss. De Histor. latinis l. III c. 5 e la debole difesa del Giornale de’ Letterati di Venezia Tom. XIX p. 207); 2. ne furon mutilate le opere da’ primi suoi traduttori Latini, Cristofano Persona (Giornale Tom. XIX p. 340, 348), e Raffaello Volterrano (Huet de Clar. Interpr. p. 166), i quali