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dell'impero romano cap. xxxix. 249

di onorevole condizione, ma forse d’infame riputazione, attestarono i proditorj disegni del Patrizio Romano1. Pure se ne dee presumere l’innocenza, giacchè Teodorico lo privò de’ mezzi di giustificarsi, e lo confinò rigorosamente nella torre di Pavia, mentre il Senato, alla distanza di cinquecento miglia, pronunziò la sentenza di confiscazione e di morte contro il più illustre de’ suoi membri. D’ordine de’ Barbari, l’occulta scienza d’un Filosofo fu infamata coi nomi di sacrilegio e di magia2. Un devoto e rispettoso attacco al Senato, dalle tremanti voci de’ Senatori medesimi fu condannato come colpevole; e la loro ingratitudine meritò bene il desiderio o la predizione di Boezio, che dopo di lui non si fosse trovato alcun reo del medesimo delitto3.

[A. 524] Mentre Boezio, carico di catene, ad ogni momento aspettava la sentenza o il colpo di morte, compose

  1. S’espongono i caratteri de’ due suoi delatori, Basilio ed Opilio, non molto per essi onorevolmente nelle Lettere di Cassiodoro (Var. II 10, 1l. 1V 22. V 4l. 1III 16) che fa menzione ancora di Decorato (V 31) indegno Collega di Boezio (L. III Pros. 4 p. 193).
  2. Si fece un rigoroso processo intorno al delitto di magia (Var. IV 22, 23.IX 18) e fu creduto, che molti negromanti fossero fuggiti rendendo pazzi i loro custodi: in vece di pazzi leggerei piuttosto ubbriachi.
  3. Boezio aveva composto la propria apologia (p. 53), forse più interessante della sua Consolazione. Ma bisogna, che ci contentiamo d’un prospetto generale de’ suoi onori, principj, persecuzione ec. (L. I Pros. IV p. 42, 62) che si può confrontare con le brevi ed importanti parole del Frammento Valesiano (p. 723). Uno scrittore anonimo (Sinner Catalog. M. S. Bibliot. Bern. Tom. I p. 287) l’accusa francamente d’un onorevole e patriottico tradimento.