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storia della decadenza |
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d’Attila. Una recente vittoria aveva restituito l’indipendenza agli Ostrogoti; ed i tre fratelli Walamiro, Teodemiro e Widimiro, che unitamente governavano quella guerriera Nazione, avevano separatamente stabilito le loro sedi nella fertile, quantunque desolata Provincia della Pannonia. Gli Unni tuttavia minacciavano i ribelli lor sudditi; ma fu rispinto il precipitoso loro attacco dalle sole forze di Walamiro, e giunsero le nuove di tal vittoria al campo lontano del suo fratello in quell’istesso fausto momento, in cui la concubina favorita di Teodemiro gli aveva partorito un figlio ed erede. Teodorico nell’ottavo anno della sua età, fu dal padre con ripugnanza rilasciato pel pubblico interesse come ostaggio d’un’alleanza, che Leone Imperatore di Oriente aveva comprato per un annuo sussidio di trecento libbre d’oro. Fu educato il Reale ostaggio a Costantinopoli con premura ed affetto. S’assuefece il suo corpo a tutti gli esercizi della guerra, si dilatò il suo spirito per l’uso d’una culta conversazione, frequentò le scuole de’ più abili Maestri; ma sdegnò o trascurò le arti della Grecia, e restò sempre tanto ignorante ne’ primi elementi delle lettere, che fu inventato un rozzo istrumento per far la sottoscrizione dell’idiota Re d’Italia1. Giunto al-
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una lastra d’oro s’incisero le prime quattro lettere (ΘΕΟΔ) del suo nome, e quindi postala sulla carta, il Re faceva scorrere la sua penna per le incisioni di quella (Anonym. Valesian. ad calcem Ammiani Marcellin. p. 722). Questo fatto, autenticato dalla testimonianza di Procopio, e al-