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storia della decadenza |
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guerra; e la pace della Gallia, o dell’Italia era minacciata dallo distanti rivoluzioni della China. Gli Unni, che fuggivano da un vittorioso nemico, diressero il loro corso all’Occidente; ed il torrente gonfiò sempre più per li successivi accrescimenti degli schiavi e degli alleati. Le tribù fuggitive, che cedevano agli Unni, assunsero a vicenda lo spirito di conquista; l’immensa colonna de’ Barbari comprimeva con accumulato peso l’Impero Romano; e se distruggevansi i più vicini, subito si riempiva lo spazio vacante da nuovi assalitori. Non posson più farsi dal Settentrione tali formidabili emigrazioni; ed il lungo riposo, che si è imputato alla diminuzione del Popolo, è piuttosto una felice conseguenza del progresso delle arti o dell’agricoltura. In vece di qualche rozzo villaggio raramente sparso fra boschi e le paludi, la Germania conta presentemente duemila trecento città murate: si sono successivamente stabiliti i regni Cristiani di Danimarca, di Svezia, e di Polonia; e le società di Mercanti1 co’ Cavalieri Teutonici hanno esteso le loro colonie lungo le coste del Baltico fino al golfo di Finlandia. Da questo fino all’Oceano orientale prende ora la Russia forma d’un potente ed incivilito Impero. Si sono introdotti l’aratro, il telajo e la fucina sulle rive del Volga, dell’Oby e del Lena; e le più fiere orde Tartare hanno imparato a tremare e ad ubbidire. Il regno de’ Barbari indipendenti, adesso è ristretto ad un’angusta misura; ed i residui de’ Calmucchi, o degli Usbecchi, de’ quali possono quasi numerarsi le forze, non sono più in grado di eccitar seriamente l’apprensione della gran repubblica dell’Eu-
- ↑ La Lega Anseatica.