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154 | storia della decadenza |
Dopo una guerra di cento anni, gl’indipendenti Brettoni, occupavano sempre tutta l’estensione della costa occidentale, dalla muraglia d’Antonino fino all’ultimo promontorio di Cornovaglia; e le città principali del paese interno tuttavia resistevano alle armi de’ Barbari. L’opposizione divenne più languida, a misura che il numero e l’ardire degli assalitori andava continuamente crescendo. Guadagnandosi la strada con lenti e penosi sforzi, i Sassoni, gli Angli ed i vari loro confederati s’avanzarono dal Settentrione, dall’Oriente, e dal Mezzodì, finattantochè le vittoriose lor bandiere non s’incontrarono nel centro dell’isola. Di là dalla Savorna, i Brettoni tuttavia sostennero la nazionale lor libertà, che sopravvisse all’Eptarchia, ed anche alla Monarchia de’ Sassoni. I più valenti guerrieri, che preferiron l’esilio alla schiavitù, trovarono un rifugio sicuro nelle montagne di Galles: la ripugnante sottomissione di Cornovaglia fu differita per qualche secolo1; ed un corpo di fuggitivi si formò uno stabilimento nella Gallia, o per il proprio valore, o per la liberalità de’ Re Merovingi2. L’angolo oc-
- ↑ Cornovaglia fu soggiogata finalmente da Atelstano (an. 927, 941), che fissò una Colonia Inglese a Exeter, e confinò i Brettoni di là dal fiume Tamar. Vedi Guglielmo di Malmsbury L. II fra gli Scrittori post Bedam p. 50. Lo spirito de’ Cavalieri di Cornovaglia restò avvilito dalla servitù, e sembra, secondo il romanzo di Tristram, che la loro infingardaggine si fosse quasi ridotta in proverbio.
- ↑ Si prova lo stabilimento de’ Brettoni nella Gallia, seguito nel sesto secolo, per mezzo di Procopio, di Gregorio di Tours, del secondo Concilio Turonense (an. 567), e delle loro croniche, e vite di Santi meno sospette. La sottoscrizione d’un Vescovo de’ Brettoni al primo Concilio Turonense (an. 461 o piuttosto 481), l’armata di Riotamo, e le in-