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dell'impero romano cap. xxxviii. 139

religione loro erano ugualmente degenerate dalla semplice purità del tempo d’Augusto e degli Apostoli. Il progresso della superstizione e del Barbarismo fu rapido ed universale: il culto de’ Santi celava agli occhi volgari il Dio de’ Cristiani; ed il rozzo dialetto de’ contadini e de’ soldati fu corrotto da un idioma e pronunzia Teutonica. Puro tal uso di sacra e di social comunione sradicò le distinzioni della nascita, e della vittoria; e le nazioni della Gallia a grado a grado, si confusero fra loro sotto il nome ed il governo de’ Franchi.

I Franchi, di poi che si furono mescolati co’ Gallici loro sudditi, avrebbero potuto far loro il dono del più valutabile fra’ beni umani, cioè uno spirito ed un sistema di libertà costituzionale. Sotto un Re ereditario, ma limitato, i capi o consiglieri avrebber potuto deliberare a Parigi nel palazzo de’ Cesari: il vicino campo, dove gl’Imperatori passavano in rivista le mercenarie loro legioni, avrebbe potuto contenere la legislativa assemblea di uomini liberi e guerrieri; e quel rozzo modello, ch’erasi abbozzato ne’ boschi della Germania1, avrebbe potuto ripulirsi e perfezionarsi dalla sapienza civile de’ Romani. Ma i trascurati Barbari, sicuri della lor personale indipendenza, sdegnarono la cura del Governo; furono tacitamente abolite le annue adunanze del mese di Marzo, e la nazione restò separata, e quasi disciolta dalla conquista della Gallia2.

  1. Ce beau systeme a été trouvé dans les bois, Montesquieu Espr. des Loix XI c. 6.
  2. Vedi l’Abbate di Mably Observat. Tom. I p. 34, 50. Parrebbe, che le assemblee nazionali le quali, quanto alla loro instituzione, sono contemporanee al principio della Nazion francese, non fossero mai state confacenti al suo genio.