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102 | storia della decadenza |
assalto del nemico; e forse l’influenza della religione cedè all’attaccamento personale, od all’onor militare1.
[A. 507] Tal è l’Impero della fortuna (se pure tuttavia possiam cuoprire la nostra ignoranza con questo volgar vocabolo), che è quasi ugualmente difficile il prevedere gli eventi della guerra, che lo spiegarne le varie conseguenze. Una sanguinosa e compita vittoria non ha portato alle volte, che il puro possesso del campo; ed alle volte la perdita di diecimila uomini è stata capace, in un giorno, a distruggere l’opera di più secoli. La decisiva battaglia di Poitiers fu seguita dalla conquista dell’Aquitania. Alarico aveva lasciato dopo di se un figlio fanciullo, un bastardo suo competitore, da’ Nobili faziosi, ed un Popolo disleale; e le restanti truppe de’ Goti eran’oppresse dalla generale costernazione, o rivolte le une contro le altre nelle civili discordie. Il vittorioso Re de’ Franchi procedè senza dilazione all’assedio d’Angolemme. Al suono delle sue trombe, le mura della città imitaron l’esempio di quelle di Gerico, e ad un tratto caddero a terra: splendido miracolo, che può ridursi alla supposizione, che qualche clerical macchinista avesse segretamente
- ↑ Dopo aver corretto il testo, o scusato l’error di Procopio, che pone la disfatta d’Alarico vicino a Carcassona, possiam concludere dalla testimonianza di Gregorio, di Fortunato, o dell’Autore delle Gesta Francorum, che la battaglia seguì in campo Vocludensi sulle rive del Clain, circa dieci miglia al mezzodì di Poitiers. Clodoveo sorprese ed attaccò i Visigoti vicino a Vivonna, e fu decisa la vittoria in vicinanza d’un villaggio tuttavia chiamato Champagne S. Hilaire. (Vedi le dissertazioni dell’Abbate le Boeuf Tom. 1. p. 304, 311).