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dell'impero romano cap. xxx. | 89 |
loro truppe dallo stendardo de’ Barbari loro alleati. Pagarono questi la pena della loro temerità, e restaron morti sul campo di battaglia ventimila Vandali, col loro Re Godigisclo. Sarebbesi esterminato tutto quel popolo, se avanzandosi in loro aiuto gli squadroni degli Alani, non avessero calpestato l’infanteria de’ Franchi, che dopo un’onorevole resistenza furon costretti ad abbandonare quel disuguale combattimento. I vittoriosi confederati proseguirono la lor marcia, e l’ultimo giorno dell’anno, in una stagione in cui le acque del Reno erano probabilmente agghiacciate, entrarono senza contrasto nelle non difese Province della Gallia. Questo memorabil passaggio degli Svevi, dei Vandali, degli Alani e dei Borgognoni, che poi non si ritirarono mai più, si può risguardare come la causa della caduta del Romano Impero ne’ paesi di là dalle Alpi, e da quel momento fatale si gettarono a terra i ripari, che avevano sì lungamente separato fra loro le selvagge e le civili nazioni della terra1.
[A. 407] Mentre assicurata era la pace della Germania dall’attaccamento dei Franchi e dalla neutralità degli Alemanni, i sudditi di Roma, ignorando le imminenti loro calamità, godevan lo stato di prosperità e di quiete, che rare volte felicitato aveva le frontiere della Gallia. Ai loro greggi ed armenti era permesso di pascere nelle pasture dei Barbari; i loro cacciatori penetravan senza timore o pericolo nei più cupi nascondigli
- ↑ Vedi Zosimo (l. V. p. 373). Orosio (l. II. c. 9. p. 165 nel secondo volume degli Istorici di Francia) ha conservato un valutabil frammento di Renato Profuturo Frigerido, i tre nomi del quale indicano un Cristiano, un suddito Romano, ed un Semibarbaro.