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dell'impero romano cap. xxx. 73

e crudel pregiudizio, sì nobilmente smentito dal valore dell’antica Grecia e della moderna Europa1.

[A. 494] Il recente pericolo, a cui s’era esposta la persona dell’Imperatore nell’indifeso palazzo di Milano, lo mosse a cercar un rifugio in qualche inaccessibil fortezza d’Italia, dove potesse restar sicuro, quando l’aperta campagna fosse coperta da un diluvio di Barbari. Sulla costa dell’Adriatico, circa dieci o dodici miglia lontano dalla più meridionale delle sette bocche del Po, i Tessali avevan fondato l’antica colonia di Ravenna2, ch’essi poi abbandonarono a’ nativi dell’Umbria. Augusto, che avea notato l’opportunità del luogo preparò alla distanza di tre miglia dall’antica Città, un Porto capace di ricevere dugento cinquanta navi da guerra. Tale stabilimento navale che conteneva gli arsenali, i magazzini, e le baracche delle Truppe insieme con le case degli artefici, trasse l’origine ed il nome dalla permanente dimora della flotta Romana: lo spazio intermedio fu tosto ripieno di fabbriche e di abitanti; ed i tre popolati ed estesi quartieri di Ravenna

  1. Crudele Gladiatorum spectaculum, et inhumanum nonullis videri solet, et haud scio, an ita sit, ut nunc fit„: Ciceron. Tusc. II. 17. Egli debolmente censura l’abuso, e con calore difende l’uso di questi divertimenti: Oculis nulla poterat esse fortior contra dolorem et mortem disciplina. Seneca (Epist. 7.) dimostra sentimenti d’uomo.
  2. Questo ragguaglio di Ravenna è tratto da Strabone (l. V. p. 327), da Plinio (III. 20), da Stefano di Bizanzio (V. Ραβεννα p. 651. Edit. Berhel), da Claudiano (in VI. Cons. Hon. 494 ec.), da Sidonio Apollinare (l. I. Epist. V. 8), da Giornandes (de Reb. Get. c. 29), da Procopio (de Bell. Got. l. I. c. I. p. 309. Edit. Leuvr.), e dal Cluverio (Ital. Antiq. T. I. p. 301-307). Pure io sono ancora mancante d’un Antiquario locale, e d’una buona carta topografica.