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56 | storia della decadenza |
proclamato solennemente Re de’ Visigoti1. Armato di questo doppio potere, e situato ne’ confini de’ due Imperi, alternativamente vendeva le ingannevoli sue promesse alle Corti d’Arcadio e d’Onorio2; finattantochè dichiarò ed eseguì la sua risoluzione d’invadere i dominj dell’Occidente. Erano già esauste le Province dell’Europa, che appartenevano all’Imperatore Orientale; quelle dell’Asia erano inaccessibili; e la forza di Costantinopoli avea resistito al suo attacco. Fu dunque tentato dalla fama, dalla bellezza, e dalla dovizia dell’Italia, ch’egli aveva già visitato due volte; e segretamente aspirò a piantare la bandiera Gotica sulle mura di Roma, e ad arricchire il suo esercito con le accumulate spoglie di trecento trionfi3.
[A. 400-403] La scarsità de’ fatti4, e l’incertezza delle date5
- ↑ Giornandes c.29. p. 65l. l’istorico Goto aggiunge con insolito spirito: Cum suis deliberans, suasit suo labore quaerere regna, quam alienis per otium subjacere.
- ↑
Discors, odiisque anceps civilibus Orbis,
Non sua vis tutata diu, dum foedera fallax
Ludit, et alternae perjuria venditat aulae.Claudian., de Bell. Getic. 565.
- ↑ Alpibus Italiae ruptis penetrabis ad urbem.
Quest’autentica predizione fu annunziata da Alarico, o almeno da Claudiano (de Bell. Get. 547), sette anni avanti del successo. Ma siccome non fu adempita dentro il termine che si era baldanzosamente fissato, gl’interpreti se ne sono disimpegnati per mezzo d’un ambiguo senso. - ↑ I migliori materiali che abbiamo, sono 970 versi di Claudiano nel poema della guerra Gotica, e nel principio di quello, che celebra il sesto consolato d’Onorio. Zosimo è in perfetto silenzio; e noi siam ridotti a quegli avanzi o piuttosto bricioli, che possiam trovare in Orosio e nelle Croniche.
- ↑ Non ostanti gli errori grossolani di Giornandes, che con-