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550 | storia della decadenza |
nio di un Tiranno. La forma della costituzione, che alleggeriva o mascherava l’abietta loro schiavitù, restò abolita dal tempo e dalla violenza; gl’Italiani si dolevano a vicenda sì della presenza, che dell’assenza de’ Sovrani, ch’essi abborrivano o disprezzavano; e la successione di cinque secoli li sottopose a’ vari mali della licenza militare, del capriccioso dispotismo e di una elaborata oppressione. Frattanto i Barbari erano usciti dall’oscurità e dal disprezzo, e s’introdussero nelle Province i guerrieri della Germania e della Scizia, come servi, come alleati, e finalmente come padroni de’ Romani, ch’essi insultavano, o proteggevano. L’odio del Popolo restò soppresso dal timore: esso rispettò il coraggio e lo splendore di que’ marziali Capi, che furono adornati degli onori dell’Impero; ed il destino di Roma da gran tempo dipendeva dalla spada di que’ formidabili stranieri. Il crudo Ricimero, che calpestò lo rovine d’Italia, aveva esercitato il potere senza prendere il titolo di Re: ed i pazienti Romani appoco appoco si prepararono a riconoscer la dignità reale d’Odoacre, e de’ Barbari suoi successori.
[A.476-490] Il Re d’Italia non era indegno dell’alto posto, a cui la fortuna ed il valore l’avevano elevato. I suoi costumi selvaggi s’incivilirono per l’uso delle conversazioni; ed egli rispettava, quantunque fosse un Conquistatore, ed un Barbaro, gli usi, ed anche i pregiudizi de’ propri sudditi. Dopo un intervallo di sette anni, Odoacre restituì il Consolato dell’Occidente. Quanto a se, o per modestia o per orgoglio, evitò un onore, che tuttavia s’accettava dagl’Imperatori dell’Oriente; ma la sella curule fu successivamente occupata da undici de’ più illustri Senatori1; ed è ador-
- ↑ Posson vedersi i Fasti consolari presso il Pagi o il Mu-