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dell'impero romano cap. xxxvi. |
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stinguere il Romano Impero nella Spagna e nella Gallia, sotto il regno d’Enrico, il quale assassinò Teodorico suo fratello; e dimostrò, unitamente ad un’indole più selvaggia, maggiore abilità sì in pace che in guerra. Passò i Pirenei alla testa d’un numeroso esercito, soggiogò le città di Saragozza e di Pamplona, vinse in battaglia i nobili guerrieri della Provincia Tarragonese, portò le vittoriose sue armi nel cuore della Lusitania e permise agli Svevi di ritenere il regno della Gallicia, sottoposto alla Gotica Monarchia di Spagna1. Gli sforzi d’Enrico non furono meno vigorosi, o di minor successo nella Gallia; ed in tutto quel tratto di paese, che, s’estende da’ Pirenei al Rodano ed alla Loira le sole città o Diocesi del Berry e dell’Alvergna ricusarono di conoscerlo per loro Signore2. Gli abitanti dell’Alvergna sostennero nella difesa di Clermont, loro principal città, con inflessibile fermezza la guerra, la peste, e la fame, ed i Visigoti abbandonandone l’inutile assedio, sospesero le speranze di quell’importante conquista. La gioventù della Provincia era animata dall’eroico e quasi incredibil valore d’Ecdicio, figlio dell’Imperatore Avito3, che fece una disperata sortita con soli diciotto cavalli, attaccò arditamente l’armata Gotica, e dopo aver fatto una volante scaramuccia, si
- ↑ Vedi Mariana, Hist. Hispan. Tom. 1. lib. V. c. 5. p. 162.
- ↑ Si fa un’imperfetta, ma original pittura della Gallia, specialmente dell’Alvergna, da Sidonio, il quale, come Senatore, e di poi come Vescovo, era sommamente interessato nel destino del suo Paese. (Vedi l. V. Epist. 1, 5, 9).
- ↑ Sidonio l. III. ep. 3, p. 65, 68. Gregor. Turon. l. II. c. 24 in Tom. II. p 174. Giornandes c. 45. p. 675. Ecdicio forse non era che figliastro d’Avito.