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dell'impero romano cap. xxxvi. 525

stinguere il Romano Impero nella Spagna e nella Gallia, sotto il regno d’Enrico, il quale assassinò Teodorico suo fratello; e dimostrò, unitamente ad un’indole più selvaggia, maggiore abilità sì in pace che in guerra. Passò i Pirenei alla testa d’un numeroso esercito, soggiogò le città di Saragozza e di Pamplona, vinse in battaglia i nobili guerrieri della Provincia Tarragonese, portò le vittoriose sue armi nel cuore della Lusitania e permise agli Svevi di ritenere il regno della Gallicia, sottoposto alla Gotica Monarchia di Spagna1. Gli sforzi d’Enrico non furono meno vigorosi, o di minor successo nella Gallia; ed in tutto quel tratto di paese, che, s’estende da’ Pirenei al Rodano ed alla Loira le sole città o Diocesi del Berry e dell’Alvergna ricusarono di conoscerlo per loro Signore2. Gli abitanti dell’Alvergna sostennero nella difesa di Clermont, loro principal città, con inflessibile fermezza la guerra, la peste, e la fame, ed i Visigoti abbandonandone l’inutile assedio, sospesero le speranze di quell’importante conquista. La gioventù della Provincia era animata dall’eroico e quasi incredibil valore d’Ecdicio, figlio dell’Imperatore Avito3, che fece una disperata sortita con soli diciotto cavalli, attaccò arditamente l’armata Gotica, e dopo aver fatto una volante scaramuccia, si

  1. Vedi Mariana, Hist. Hispan. Tom. 1. lib. V. c. 5. p. 162.
  2. Si fa un’imperfetta, ma original pittura della Gallia, specialmente dell’Alvergna, da Sidonio, il quale, come Senatore, e di poi come Vescovo, era sommamente interessato nel destino del suo Paese. (Vedi l. V. Epist. 1, 5, 9).
  3. Sidonio l. III. ep. 3, p. 65, 68. Gregor. Turon. l. II. c. 24 in Tom. II. p 174. Giornandes c. 45. p. 675. Ecdicio forse non era che figliastro d’Avito.