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512 | storia della decadenza |
possibile, che la riconciliazione fra l’Imperatore ed il Patrizio fosse sincera, o almeno stabile e permanente. Si levò segretamente, e s’introdusse in Costantinopoli un’armata d’Isauri1: e mentre Leone sottominava l’autorità, e preparava la rovina della famiglia d’Aspar, il dolce e cauto loro contegno li ritenne dal fare alcun temerario e disperato tentativo, che avrebbe potuto esser fatale a loro stessi, ovvero a’ loro nemici. Le misure di pace e di guerra furono alterate da questa interna rivoluzione. Fintantochè Aspar degradava la maestà del Trono, la segreta corrispondenza di religione e d’interesse l’impegnò a favorir la causa di Genserico. Ma quando Leone si fu liberato da quella servitù ignominiosa, diede orecchio alle querele degl’Italiani; risolvè d’estirpare la tirannia dei Vandali; e si dichiarò alleato del suo collega Antemio, ch’egli solennemente investì del diadema e della porpora dell’Occidente.
[A. 467-472] Si sono forse amplificate le virtù d’Antemio, mentre l’Imperial discendenza, che ei non poteva trarre che dall’usurpatore Procopio, fu estesa ad una successione d’Imperatori2. Ma il merito degl’imme-
- ↑ La potenza degl’Isauri agitò l’Impero Orientale ne’ due successivi regni di Zenone e d’Anastasio; ma finì con la distruzione di que’ Barbari, che mantennero la fiera loro indipendenza per circa dugento trent’anni.
- ↑
..... Tali tu civis ab urbe
Procopio genitore micas, cui prisca propago
Augustis venit a proavis.../i>Il Poeta (Sidon. Paneg. Anthem. 67-306) quindi passa a
di migliori tempi, ci ha conservato le rimarchevoli parole d'Aspar: Βασιλευ τον αυτην την αλουργιδα πε ιβεβλημενον ου χρη διαψευδεσθαι.