Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/485


dell'impero romano cap. xxxvi. 479

la maestà del suo aspetto imporrebbe Teodorico riverenza anche a quelli, che non ne conoscessero il merito; e quantunque sia nato Principe, il suo merito servirebbe a sublimarlo anche da privato. Esso è di statura piuttosto mediocre, il suo corpo sembra piuttosto pieno che grasso, e nelle proporzionate sue membra l’agilità si unisce alla forza muscolare1. Se si esamina la sua faccia, vi si osserva una spaziosa fronte, larghi e folti sopraccigli, un naso aquilino, tenui labbra, una regolar serie di bianchi denti, ed una bella carnagione, che arrossisce più spesso per modestia, che per isdegno. Si può precisamente indicare l’ordinaria distribuzione del suo tempo, essendo questa esposta alla pubblica vista. Avanti lo spuntar del giorno si porta con un piccolo seguito alla sua cappella domestica, dove si dice la messa da’ ministri Arriani; ma quelli, che pretendono d’interpretare i segreti suoi sentimenti risguardano quest’assidua devozione, come un effetto d’abitudine e di politica. Il resto della mattina s’impiega nell’amministrazione del regno. Il suo Tribunale è circondato da alcuni ufiziali militari

    dettata da qualche motivo politico. Essa era destinata per pubblicarsi, ed era passata per le mani degli amici di Sidonio, prima che fosse inserita nella collezione delle sue lettere. Il primo libro fu pubblicato separatamente. Vedi Tillemont Mem. Eccl. Tom. XVI. p. 264.

  1. Ho tralasciato in questo ritratto di Teodorico varie minute circostanze, ed espressioni tecniche, le quali potevano esser tollerabili o almeno intelligibili solo per quelli, che avessero frequentato, come i contemporanei di Sidonio, i mercati, dove si esponevano gli schiavi nudi alla vendita (Dubos Hist. crit. Tom. I. p. 404).