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disfare, o l’evitar l’avarizia d’un conquistatore, che aveva comodità di raccogliere, e navi da portar via le ricchezze della capitale. Gl’Imperiali ornamenti del palazzo, magnifici mobili e addobbi, i vasi massicci furono accumulati con disordinata rapina: l’oro e l’argento montò a più migliaia di talenti; e ciò nonostante fu con molta fatica tolto anche il rame, ed il bronzo. Eudossia medesima, che s’avanzò incontrò al suo amico e liberatore, pianse ben tosto l’imprudenza della propria condotta. Essa fu incivilmente spogliata delle sue gioie; e la sfortunata Imperatrice con le due sue figlie, ch’erano tutto ciò che restava del Gran Teodosio, fu costretta, come una schiava, a seguitare l’altiero Vandalo, che immediatamente sciolse le vele, e tornò con prospera navigazione al porto di Cartagine1. Più migliaia di Romani di ambedue i sessi, scelti per causa di qualche utile o piacevole lor qualità s’imbarcarono lor malgrado sulla flotta di Genserico; e la loro angustia fu aggravata dagl’insensibili Barbari, che nella division della preda separaron le mogli da’ loro mariti, ed i figli da’ padri. La carità di Deogratias2, Vescovo di Cartagine, fu l’unica loro consolazione e sostegno. Ei vendè generosamente i vasi d’oro e d’argento della

  1. L’unica nave di tutta la flotta, che soffrisse naufragio, fu quella, che conteneva i residui del Campidoglio. Se un superstizioso sofista Pagano avesse dovuto raccontar questo accidente, si sarebbe rallegrato, che quel carico di sacrilegio si fosse perduto nel mare.
  2. Vedi Vittore Vitense, de Persec. Vandal. l. 1. c. 8. p. 11, 122. Edit. Ruinart. Deogratias governò la Chiesa di Cartagine solo tre anni. Se non fosse stato sepolto segretamente, si sarebbe diviso in molti pezzi il suo cadavere dalla folle devozione del Popolo.