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dell'impero romano cap. xxxv. 461

da tanto tempo si aveva per Valentiniano, si convertì ad un tratto in un alto ed universale abborrimento. Tali sentimenti rade volte penetrano le mura d’un palazzo; pure l’Imperatore fu confuso dall’onesta risposta d’un Romano, di cui non aveva sdegnato di cercare l’approvazione: „Io non so, disse, o Signore, quali sono i motivi e le occasioni, che avete avuto; quel che so, è che voi avete operato come un uomo che taglia la sua destra con la sinistra„1.

Sembra, che la lussuria di Roma attirasse le lunghe e frequenti visite di Valentiniano, il quale per conseguenza era più disprezzato a Roma, che in qualunque altra parte de’ suoi Stati. Era insensibilmente risorto nel Senato uno spirito repubblicano, a misura che l’autorità ed anche gli aiuti di esso divennero necessari a sostenere il suo debol governo. Il superbo contegno d’un Monarca ereditario offendeva l’orgoglio di quello; ed i piaceri di Valentiniano erano ingiuriosi alla pace ed all’onore delle famiglie nobili. La nascita dell’Imperatrice Eudossia era uguale alla sua, e le grazie, non meno che il tenero affetto di essa, meritavano quelle testimonianze d’amore, che l’incostante di lei marito dissipava in vaghi ed illegittimi oggetti. Petronio Massimo, ricco Senatore della famiglia Anicia, ch’era stato due volte Console, aveva una casta e bella moglie; l’ostinata di lei resistenza non servì che ad irritare i desideri di Valentiniano; ed esso risolvè di soddisfarli o per inganno, o per forza. Uno

  1. Aetium Placidus mactavit semivir amens. Tal è l’espressione di Sidonio (Paneg. Avit. 359). Il poeta conosceva il Mondo, e non era disposto ad adulare un Ministro che aveva ingiuriato o disonorato Avito, o Maioriano, successivi eroi del suo canto.