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suo fratello, con un’armata di Unni tuttavia formidabili nella fuga e rovina loro, si mantenne in campagna più di quindici anni sulle rive del Danubio. Il palazzo d’Attila, coll’antica regione della Dacia da’ colli Carpazi fino all’Eussino, divenne la sede di una nuova potenza, che fu istituita da Ardarico Re de’ Gepidi. Le conquiste Pannoniche, da Vienna fino a Sirmio, furon occupate dagli Ostrogoti; e le tribù, che avevano sì valorosamente sostenuto la nativa lor libertà, si stabilirono irregolarmente, occupando varj luoghi, secondo il grado delle respettive lor forze. Il regno di Dengisico, circondato ed oppresso dalla moltitudine degli schiavi di suo padre, fu ristretto al cerchio de’ suoi carriaggi; il disperato di lui coraggio lo spinse ad invader l’Impero d’Oriente; ma restò ucciso in battaglia; e la sua testa, ignominiosamente esposta nell’Ippodromo, somministrò un grato spettacolo al Popolo di Costantinopoli. Attila, o per tenerezza o per superstizione, s’era dato a credere che Irnae, il minor de’ suoi figli, fosse destinato a perpetuar la gloria della sua stirpe. Il carattere di questo Principe, che cercò di moderare la temerità del fratello Dengisico, era più conveniente allo stato di decadenza degli Unni; ed Irnae, con le orde a lui sottoposte, si ritirò nel cuore della bassa Scizia. Essi tosto furon sopraffatti da un torrente di nuovi Barbari, i quali seguitarono la medesima strada, che i propri loro maggiori avevano precedentemente scoperta. I Geugensi o Avari, de’ quali i Greci Scrittori fissano la sede su’ lidi dell’Oceano, urtarono le vicine tribù, finattantochè gli Iguri del Norte, uscendo da’ freddi paesi della Siberia, che producono le più preziose pelli, si sparsero