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nuamente crescevano in grandezza ed in numero, frequentavano tutti i porti del Golfo, e lo sposalizio, che Venezia celebra ogni anno coll’Adriatico, fu contratto nella sua prima infanzia. La lettera di Cassiodoro, Prefetto del Pretorio, è diretta a’ Tribuni marittimi; e gli esorta, con dolce tuono d’autorità, ad animare lo zelo de’ loro compatriotti pel pubblico servizio, che esigeva la loro assistenza per trasportare le provvisioni del vino e dell’olio, dalla provincia dell’Istria alla real città di Ravenna. Si spiega il dubbioso ufizio di questi Magistrati mediante la tradizione, che nelle dodici isole principali si creavano dodici Tribuni o Giudici con un’annua e popolar elezione. L’esistenza della Repubblica Veneta sotto il regno Gotico d’Italia, viene attestata dal medesimo autentico documento, che distrugge l’alta lor pretensione d’una perpetua ed originale indipendenza1.

Gl’Italiani, che da gran tempo aveano rinunziato all’esercizio delle armi, restaron sorpresi, dopo quarant’anni di pace, all’avvicinarsi d’un formidabile Barbaro, ch’essi abborrivano come il nemico della religione, ugualmente che della Repubblica loro. In mezzo alla generale costernazione, il solo Ezio era incapace di timore; ma era impossibile, ch’egli conducesse a termine, solo e senz’aiuto, veruna militare impresa, degna dell’antica sua fama. I Barbari, che avevan

  1. Vedasi nel secondo tomo dell’Istoria del Governo di Venezia d’Amelot della Houssaie una traduzione del famoso Squittinio. Questo libro, che è stato esaltato molto al di là de’ suoi meriti, è macchiato in ogni verso dalla non ingenua malevolenza di parte: ma vi son mescolate insieme le principali prove genuine con le apocrife; ed il lettore sceglierà facilmente la via di mezzo.