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e fertil Provincia d’Italia, da’ Confini della Pannonia fino al fiume Adda, e dal Po alle Alpi Rezie e Giulie, Avanti l’invasione de’ Barbari, cinquanta città Venete fiorivano in pace e in prosperità: Aquileia era nel posto più cospicuo; ma l’antica dignità di Padova era sostenuta dall’agricoltura e dalle arti; ed il patrimonio di cinquecento cittadini, arruolati all’ordine equestre, doveva secondo il computo più tenue ascendere ad un milione settecentomila lire sterline. Molte famiglie d’Aquileia, di Padova e delle addiacenti città, che fuggivano dalla spada degli Unni, trovarono un salvo, quantunque oscuro, rifugio nelle vicine isole1. All’estremità del golfo, dove l’Adriatico debolmente imita le maree dell’Oceano, quasi cento piccole isole son separate con poco fondo d’acqua dal Continente, e difese da’ flutti mediante varie lingue di terra, che ammettono l’ingresso de’ Vascelli per mezzo di alcuni segreti e stretti canali2. Fino alla metà del quinto secolo, questi luoghi remoti e separati restaron senza coltivazione, con pochi abitanti e quasi senza nome veruno. Ma si formarono appoco appoco i costumi dei Veneti fuggitivi, le loro arti ed il loro governo dalla nuova situazione, in cui si trovarono, ed una dell’e-

  1. Non si dimostra quest’emigrazione con alcuna prova contemporanea: ma il fatto si prova dal successo, e se ne possono esser conservate le circostanze dalla tradizione. I cittadini d’Aquileia si ritirarono all’Isola di Grado, quelli di Padova a Rivus altus, o Rialto, dove poi fu edificata la città di Venezia ec.
  2. La topografia, e le antichità delle isole Venete da Grado a Clodia o Chiozza sono esattamente fissate nella Dissertazione Corografica de Italia medii aevi p. 151, 155.