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dell'impero romano cap. xxxv. | 435 |
Il valore d’Attila era sempre guidato dalla prudenza; e siccome previde le fatali conseguenze d’una disfatta nel cuor della Gallia, ripassò la Senna, ed aspettò il nemico nelle pianure di Scialons, dove il terreno piano ed uguale era adattato alle operazioni della sua cavalleria Scita. Ma in questa tumultuaria ritirata la vanguardia de’ Romani e de’ loro alleati continuamente incalzava, ed alle volte attaccava le truppe, che Attila avea poste nella sua retroguardia; le colonne ostili nell’oscurità della notte, e nell’incertezza delle strade s’incontraron per avventura l’una coll’altra senza volerlo; e la sanguinosa battaglia de’ Franchi e de’ Gepidi, nella quale restaron uccisi quindicimila Barbari1, fu un preludio d’un azione più generale e decisiva. I campi Catalauni2 circondavano Scialons, e s’estendevano, secondo l’incerta misura di Giornandes, alla lunghezza di cento cinquanta miglia, ed alla larghezza di cento su tutta quella Provincia, a cui si dà meritamente il nome di Campagna3. Questa spaziosa pianura però conteneva alcune ineguaglianze di terreno; e l’importanza d’un’altura, che dominava il
- ↑ Nelle comuni edizioni, si legge XCM; ma v’è qualche autorità di Manoscritti (e qualunque autorità è sufficiente) pel numero più ragionevole di XVM.
- ↑ Scialons, o Duro-Catalaunum, di poi Catalauni, anticamente formava una parte del territorio di Rheims, da cui non è distante che 27 miglia. Vedi Valesio notit. Gall. p. 136. Danville notice de l’ancien. Gaule p. 212, 279.
- ↑ Si fa spesso menzione della Campania, o Sciampagna da Gregorio di Tours; e quella gran Provincia, di cui Rheims era la Capitale, obbediva al governo d’un Duca. Valesio notit. 120, 123.
vertire in un miracolo, ottenuto e predetto dal Santo Vescovo.