Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
dell'impero romano cap. xxxv. | 425 |
La morte di Clodione, dopo un regno di venti anni, espose il suo reame alle discordia ed all’ambizione de’ due suoi figli. Meroveo, ch’era il più giovane1, fu indotto ad implorare la protezione di Roma; ei fu ricevuto alla Corte Imperiale come alleato di Valentiniano, e figlio adottivo del Patrizio Ezio; e rimandato alla patria con splendidi doni, e con le più generose promesse di amicizia e d’aiuto. Nel tempo della sua assenza il fratel maggiore aveva implorato, con uguale ardore, il formidabile soccorso d’Attila; ed il Re degli Unni abbracciò un’alleanza, che gli facilitava il passaggio del Reno, e giustificava con uno specioso ed onorevol pretesto l’invasion della Gallia2.
Allorchè Attila dichiarò la sua risoluzione di sostenere la causa de’ Vandali e de’ Franchi di lui alleati, nel tempo stesso, e quasi con uno spirito di ro-
- ↑ Prisco, nel raccontare la contesa, non dice i nomi dei due fratelli; il secondo de’ quali giovane senza barba con lunga ondeggiante chioma aveva esso veduto a Roma (Histor. de Franc. Tom. I. p. 607, 608). Gli Editori Benedettini son disposti a credere, che questi fossero figli di qualche incognito Re de’ Franchi, che regnava sulle rive del Necker; ma sembra, che gli argomenti del Foncemagne (Mem. de l’Acad. Tom. VIII. p. 464) provino, che la successione di Clodione fosse disputata da’ due suoi figli, e che il minore di essi fosse Meroveo padre di Childerico.
- ↑ Durante la stirpe de’ Merovingi, il trono fu ereditario; ma tutti i figli del defunto Monarca avevano ugual diritto alla lor parte delle ricchezze e degli Stati di esso. Vedi la dissertazione del Foncemagne ne’ tomi VI e VII delle Memorie dell’Accademia.
sono distintamente riportate dall’erudito Mascovio; Istor. degli antichi Germani IX. 21.