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dita presenza d’Ezio, che aveva passato la Somma alla testa della sua cavalleria leggiera. Si rovesciarono ad un tratto le mense, che si erano alzate al coperto d’un colle lungo le rive d’un piacevol torrente; i Franchi furon oppressi prima di poter prender le loro armi, o mettersi in ordine di battaglia; e l’inutile loro valore fu solamente fatale a loro medesimi. I carri, che avevan seguitato ben carichi la loro marcia, somministrarono una ricca preda; e la vergine sposa, e le sue ancelle si sommisero a’ nuovi amanti, che l’accidente della guerra aveva ad esse imposto. Questo vantaggio, ottenuto dall’abilità e dall’attività d’Ezio, potè far qualche torto alla militar prudenza di Clodione; ma tosto il Re de’ Franchi riprese la sua forza e riputazione, e si mantenne sempre in possesso del regno Gallico dal Reno fino alla Somma1. Sotto il suo regno, e probabilissimamente per l’intraprendente coraggio de’ suoi sudditi, le tre capitali Magonza, Treveri, e Colonia provaron gli effetti dell’ostile crudeltà ed avarizia. La disgrazia di Colonia si prolungò per la perpetua dominazione degli stessi Barbari, che abbandonarono le rovine di Treveri; e Treveri, che nelle spazio di quarant’anni era stata assediata e saccheggiata quattro volte, si dispose a perdere la memoria delle sue afflizioni ne’ vani divertimenti del Circo2.

  1. Vedasi una inesatta narrazione del fatto presso Sidonio, Panegyr. Majorian. 212, 230. I Critici Francesi, impazienti di stabilire la loro Monarchia nella Gallia, hanno tratto un forte argomento dal silenzio di Sidonio, che non ardisce dire perchè i Franchi superati fosser costretti a ripassare il Reno. Dubos Tom. 1. p. 322.
  2. Salviano (De Gubern. Dei l. VI) ha esposto con istile declamatorio e vagante le disgrazie di queste tre città, che