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418 | storia della decadenza |
state scosse dalle batterie militari; e gli abitanti avevan sofferto le ultime estremità della fame, quando il Conte Litorio tacitamente avvicinatosi, ed avendo ordinato a ciaschedun uomo a cavallo di portarsi dietro due sacca di farina, si fece strada fra le trincere degli assedianti. Fu immediatamente levato l’assedio e la più decisiva vittoria, che si attribuisce alla condotta personale d’Ezio medesimo, fu notata col sangue di ottomila Goti. Ma nell’assenza del Patrizio, che fu richiamato in fretta in Italia da qualche pubblico o privato affare, il Conte Litorio successe al comando; e la sua presunzione tosto fece conoscere, quanto sia diversa l’abilità, che si richiede per condurre un’ala di cavalleria, da quella necessaria per dirigere le operazioni d’una importante guerra. Alla testa d’un esercito di Unni temerariamente avanzossi fino alle porte di Tolosa, pieno di non curante disprezzo per un nemico, che le sue disgrazie avevan renduto prudente, e la sua situazione disperato. Le predizioni degli Auguri avevano inspirato a Litorio la profana fiducia di entrare in trionfo nella capitale de’ Goti; e la fede, ch’egli prestava a’ suoi Pagani alleati, l’incoraggì a rigettare le belle condizioni di pace, che furono più volte proposte da’ Vescovi a nome di Teodorico. Il Re de’ Goti mostrò nelle sue angustie l’edificante contrapposto d’una cristiana pietà e moderazione; nè lasciò il sacco e le ceneri, finattantochè non fu pre-
e dalla Notizia si collocano due posti militari dentro i limiti di quella Provincia; a Grenoble nel Delfinato era stazionata una coorte; ed Ebrodunum o Iverdon difendeva una flotta di piccoli vascelli, che dominavano il lago di Neufchatel. Vedi Vales., Notit. Galliar. p. 503. Danville, Notice da l’ancien. Gaul. p. 284, 579.