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amministrazione; ed il proprio suo esempio diede peso ed energia alle leggi, che ei promulgò per la riforma dei costumi1.


CAPITOLO XXXV.

Attila invade la Gallia. È rispinto da Ezio, e da' Visigoti. Invade, ed abbandona l'Italia. Morte d'Attila, di Ezio, e di Valentiniano III.

[A. 450] Marciano era di opinione, che fosse da evitarsi la guerra, finattantochè si poteva mantenere una sicura, ed onorevole pace; ma credeva altresì, che la pace non avrebbe mai potuto essere onorevole o sicura, se il Principe avesse dimostrato una pusillanime avversione alla guerra. Questo suo moderato coraggio gli dettò la risposta alle domande d’Attila, che insolentemente chiedeva il pagamento dell’annuo tributo. L’Imperatore fece sapere a’ Barbari, ch’essi non dovevano più insultare la Maestà di Roma col far menzione di tributi; ch’egli era disposto a premiare, con decente generosità, la fedele amicizia de’ suoi alleati; ma che se ardivano di violar la pubblica tranquillità, avrebbe loro fatto sentire, ch’esso aveva truppe, armi, e fermezza capace di rispingere i loro assalti. Usò l’istesso linguaggio nel campo stesso degli Unni Apollonio,

  1. Procopio de Bell. Vandal. l. I. c. 4. Evagr. l. II. c. 1. Teofane p. 90, 91. Novell, ad calc. Cod. Teodos. Tom. VI. p. 30. Le lodi, che S. Leone ed i Cattolici hanno dato a Marciano, sono state diligentemente trascritte dal Baronie per servire d’incoraggiamento a’ futuri Principi.