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storia della decadenza |
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del suo palazzo di legno. I Romani sì dell’Oriente che dell’Occidente furono due volte invitati a’ banchetti, nei quali Attila trattava i Principi e Nobili della Scizia. Massimino ed i suoi colleghi furono fermati sulla soglia per fare una devota libazione alla salute e prosperità del Re degli Unni; e dopo tal ceremonia vennero condotti ai rispettivi lor posti in una spaziosa sala. Nel mezzo di essa innalzavansi sopra vari gradini la tavola ed il letto reale, coperto di tappeti e di fina biancheria i od erano ammessi a parte del semplice o famigliar pranzo d’Attila un figlio, uno zio, o forse un Re favorito. Erano disposte per ordine da una parte e dall’altra due fila di piccole tavole, ciascheduna delle quali conteneva tre o quattro convitati; la destra stimavasi la più onorevole; ma i Romani confessano ingenuamente, che essi furono posti dalla sinistra; e che Beric, incognito Capitano probabilmente di stirpe Gotica, precedeva i rappresentanti di Teodosio e di Valentiniano. Il Barbaro Monarca riceveva dal suo coppiere un bicchiere pieno di vino, e cortesemente beveva alla salute del più distinto fra’ convitati, che si alzava in piedi, ed esprimeva nell’istessa guisa i fedeli e rispettosi suoi voti. Questa ceremonia si faceva successivamente a tutte o almeno alle più illustri persone dell’adunanza, e vi si doveva impiegare un tempo considerabile, poichè si ripeteva tre volte ad ogni portata, che ponevasi in tavola. Restò però il vino anche dopo che erano levati i cibi; e gli Unni continuarono a soddisfare la loro intemperanza per lungo tempo dopo che i sobri e decenti Ambasciatori dei due Imperi s’erano ritirati dal notturno convito. Ma prima di ritirarsi ebbero una singolare occasione d’osservare i costumi