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dell'impero romano cap. xxxiv. |
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uguale autorità, può attribuirsi ai vittoriosi Unni. Agli abitanti, sottoposti alla lor discrezione, ordinavano di abbandonare le loro case, e d’adunarsi in qualche pianura vicina alla città, dove facevasi una divisione dei vinti in tre parti. La prima era formata da’ soldati della guarnigione e da’ giovani capaci di portar le armi; e subito se ne decideva il destino: o venivano essi arrolati fra’ Mogolli, o erano messi a morte sul luogo medesimo dalle truppe, che con le lancie in resta e con gli archi tesi formavano un cerchio attorno la moltitudine degli schiavi. La seconda parte, composta di giovani e belle donne, di artefici d’ogni grado e professione, e dei più ricchi ed onorevoli cittadini, dai quali poteva sperarsi un privato riscatto, era distribuita in uguali o proporzionati lotti. Ai rimanenti, la vita o la morte de’ quali era ugualmente inutile pei conquistatori, si permetteva di tornare alla città, che in quel tempo era stata spogliata d’ogni cosa che avesse valore; ed imponevasi a que’ miserabili abitatori una tassa per la permissione di respirare la nativa loro aria. Tal era il contegno de’ Mogolli, quando non volevan usare alcun rigore straordinario1. Ma il più casuale eccitamento, il più tenue motivo di capriccio o di convenienza, spesso li provocava ad involgere un intero Popolo in un promiscuo macello; e fu eseguita la rovina di più floride città con tale instancabil perseveranza, che, secondo la propria loro espressioni, i cavalli potevan correre senz’arrestarsi sul suolo dove
- ↑ Sarebbero infiniti gli esempi, che potremmo addurre; ma il curioso lettore può consultare la vita di Gengis-khan fatta da Petit de la Croix, l’Histoire des Mongous, ed il lib. 15 dell’Istoria degli Unni.