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378 | storia della decadenza |
ferro e col fuoco le popolate città di Sirmio e di Singiduno, di Raziaria e di Marcianopoli, di Naisso e di Sardica, dove ogni circostanza, nella disciplina del Popolo e nella costruzion delle fabbriche, era stata appoco appoco adattata al solo oggetto della difesa. Tutta la larghezza dell’Europa, che s’estende più di cinquecento miglia dall’Eussino all’Adriatico, fu nell’istesso tempo invasa, occupata e desolata da migliaia di Barbari, che Attila condusse in campo. Il pericolo però e l’angustia pubblica non poterono muover Teodosio ad interrompere i suoi divertimenti e la sua devozione, o a comparire in persona alla testa delle legioni Romane. Ma furono in fretta richiamate dalla Sicilia le truppe, ch’erano state mandate contro Genserico; furono sprovviste le guarnigioni dalla parte della Persia; e fu raccolto in Europa un esercito, fomidabile per le armi ed il numero, se i Generali avessero avuto la scienza del comando, ed i soldati osservato il dovere dell’ubbidienza. Furono vinte le armate dell’Impero Orientale in tre successive battaglie; e si può descrivere il progresso di Attila osservando i campi, ne’ quali fu combattuto. I due primi conflitti, sulle rive dell’Uto e sotto le mura di Marcianopoli, si fecero nell’estese pianure fra il Danubio ed il monte Emo. Essendo incalzati i Romani da un vittorioso nemico, appoco appoco ed ignorantemente si ritirarono verso il Chersoneso della Tracia; e quell’angusta penisola, ultima estremità della terra, fu segnata dalla terza loro irreparabil disfatta. Mediante la distruzione di quest’esercito, Attila acquistò l’incontrastabil pos- .
stiniano; ma presto vennero distrutte dagli Abari, che succederono al potere ed al dominio degli Unni.