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dell'impero romano cap. xxxiii. | 359 |
ria; che nell’assenza del Vescovo di Cirro fu redenta dalla generosità di alcuni soldati della guarnigione. La liberalità di Teodoreto provvide al suo decente mantenimento; ed essa passò dieci mesi fra le Diaconesse della Chiesa, finattantochè fu inaspettatamente informata, che suo padre, il quale era scampato dalla rovina di Cartagine, si trovava in un onorevol ufizio in una delle Province Occidentali. La sua filiale impazienza fu secondata dal pietoso Vescovo; Teodoreto in una lettera, che tuttavia sussiste, raccomanda Maria al Vescovo d’Ege, città marittima della Cilicia, in cui nell’annua fiera capitavano molti vascelli dell’Occidente, pregando con la maggior caldezza il suo collega a trattar la fanciulla con quell’accoglienza, che conveniva alla sua nascita, e ad affidarla alla custodia di tali fedeli mercanti, che avessero stimato sufficiente guadagno, se avessero riportato nelle braccia dell’afflitto padre una figlia fuor d’ogni umana speranza già perduta.
Fra le insipide leggende dell’Istoria Ecclesiastica io son tentato a distinguere la memorabil novella dei sette Dormienti1; l’immaginaria data de’ quali corrisponde al regno di Teodosio il Giovane, e all’epoca della conquista dell’Affrica fatta da’ Vandali2. Quando
- ↑ La scelta delle circostanze favolose è di poca importanza; pure mi son limitato alla narrazione che fu tradotta dal Siriaco per opera di Gregorio di Tours (de gloria martyr. l. 1. c. 95 in maxima Biblioth. Patr. T. XI. p. 856), agli atti Greci del loro martirio (ap. Phot. p. 1400, 1401), ed agli annali del Patriarca Eutichio (T. 1. p. 391, 531, 532, 535 vers. Pocock).
- ↑ Due Scrittori Siriaci, come sono citati dall’Assemanni (Biblioth. Orient. Tom. 1. p. 336, 338) pongono la ri-