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dell'impero romano cap. xxxiii. 353

e cogli attributi della vittoria1. L’orgoglioso e perfido animo d’Ezio fu esacerbato dalla scoperta della sua frode, dallo sdegno dell’Imperatrice, e dal distinto favore del suo rivale. Tornò in fretta dalla Gallia in Italia, con un seguito o piuttosto con un esercito di Barbari suoi seguaci; e tal era la debolezza del governo, che i due Generali decisero la privata loro contesa in una sanguinosa battaglia. Bonifazio ebbe il vantaggio; ma nella pugna ricevè dalla lancia del suo nemico una mortal ferita, della quale dentro pochi giorni morì, con tali cristiani e caritatevoli sentimenti, ch’egli esortò la sua moglie, ricca erede Spagnuola, a prender Ezio per suo secondo marito. Ma questi non potè ritrarre alcun immediato vantaggio dalla generosità del suo spirante nemico; ei fu dalla giustizia di Placidia dichiarato ribelle, e quantunque tentasse di difendere alcune fortezze erette ne’ suoi fondi patrimoniali, la forza Imperiale tosto lo costrinse a ritirarsi nella Pannonia alle tende de’ fedeli suoi Unni. La repubblica restò priva de’ suoi due più illustri campioni2 a causa della mutua loro discordia.

  1. Du Cange, Fam. Byzant. p. 67. Da una parte v’è la testa di Valentiniano, e nel rovescio Bonifazio con una sferza in una mano, e con una palma nell’altra, che sta sopra un carro trionfale tirato da quattro cavalli, e in un’altra medaglia da quattro cervi: sfortunato emblema! Io dubiterei se si trovi altro esempio della testa d’un suddito nel rovescio d’una medaglia Imperiale. Vedi la scienza delle medaglie del P. Jobert Tom. I. p. 132, 150 ediz. del 1739 fatta dal Barone de la Bastie.
  2. Procopio (de Bell. Vandal. l. 1 c. 3 p. 145) non continua l’istoria di Bonifazio oltre il suo ritorno in Italia. Fanno menzione della sua morte Prospero e Marcellino; la espressione di quest’ultimo, ch’Ezio il giorno avanti s’era