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350 | storia della decadenza |
in Europa col nome corrotto di Bona, alcuni avanzi di popolazione e di commercio. Le militari fatiche, e le ansiose riflessioni del Conte Bonifazio venivano alleggerite e temperate dall’edificante conversazione di S. Agostino1, suo amico; finattantochè quel Vescovo, lume e colonna della Chiesa Cattolica, non fu dolcemente liberato, nel terzo mese dell’assedio e nel settantesimo sesto anno della sua età, dalle presenti ed imminenti calamità della patria. La gioventù d’Agostino fu macchiata di vizi e di errori, ch’egli confessa con tanta ingenuità; ma dal momento della sua conversione a quello della sua morte, i costumi del Vescovo d’Ippona furono puri ed austeri: e la più cospicua delle sue virtù era un ardente zelo contro gli eretici d’ogni denominazione; ed in modo speciale contro i Manichei, i Donatisti, ed i Pelagiani, contro de’ quali agitò una controversia perpetua. Allorchè la città, pochi mesi dopo la sua morte, fu bruciata dai Vandali, fortunatamente si salvò la libreria, che conteneva i voluminosi suoi scritti; cioè dugento trenta due libri o trattati diversi sopra materie teologiche, oltre una compita esposizione del Salterio e dell’Evangelio, ed un copioso magazzino di lettere e di omilie2. Secondo il giudizio de’ più imparziali critici, la superficial erudizione d’Agostino fu ristretta alla
- ↑ La vita di S. Agostino fatta dal Tillemont, empie un volume in quarto (Tom. XIII delle Mem. Eccl.) di più di mille pagine, e la diligenza di quell’erudito Giansenista fu eccitata, in quest’occasione, dal fazioso e devoto zelo pel fondatore della sua Setta.
- ↑ Tale almeno è il ragguaglio che ne dà Vittore Vitense
lenti manifattori. Il territorio addiacente è famoso per un’aria pura, un fertile suolo, ed un’abbondanza, di squisiti frutti.