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dell'impero romano cap. xxxiii. |
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avesse snervato la sua gioventù per mezzo d’una dissoluta educazione, ed a bello studio divertito la sua attenzione da ogni virile ed onorevole impresa. Nella decadenza dello spirito militare, furono comandati gli eserciti da due Generali, Ezio1 e Bonifazio2, che possono meritamente chiamarsi gli ultimi de’ Romani. L’unione loro avrebbe potuto sostenere un cadente Impero; la loro discordia fu l’immediata e fatal causa della perdita dell’Affrica. L’invasione e la sconfitta d’Attila hanno fatta immortale la fama d’Ezio; e quantunque il tempo abbia tirato un velo sopra le imprese del suo rivale, la difesa di Marsiglia, e la liberazione dell’Affrica attestano i militari talenti del Conte Bonifazio. Nel campo di battaglia, ne’ particolari incontri, ne’ combattimenti a corpo a corpo, egli era sempre il terrore de’ Barbari. Il Clero, ed in ispecie Agostino suo amico, erano edificati dalla cristiana pietà, che una volta l’avea tentato a ritirarsi dal Mondo; il Popolo applaudiva la sua irreprensibile integrità; l’esercito ne temeva l’uguale ed inesorabil giustizia, che può dimostrarsi in un esempio assai singolare. Ad un
- ↑ Filostorgio lib. XII. c. 12 col. Gotofred. dissert. p. 493 e Renato Frigerido, ap. Gregor. Turon. l. II. c. 8. in tom II. p. 163. Gaudenzio, illustre cittadino della Provincia della Scizia e Generale di cavalleria, fu il padre d’Ezio: sua madre fu una ricca e nobile Italiana. Fin dalla sua più tenera gioventù, aveva Ezio, e come soldato e come ostaggio, conversato co’ Barbari.
- ↑ Quanto al carattere di Bonifazio, Vedi Olimpiodoro, ap. Foz. p. 196 e S. Agostino ap. Tillemont, Mem. Eccl. T. XII. p. 712, 715, 886. Il Vescovo d’Ippona deplora a lungo la caduta del suo amico, che dopo un voto solenne di castità avea preso una seconda moglie della setta Arriana, e ch’era sospetto di tenere nella sua casa più concubine.