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334 storia della decadenza

L’Imperatore Teodosio, quando ricevè le nuove della vittoria, interruppe le corse de’ cavalli; e cantando, nel tempo che camminava per le strade, un opportuno salmo, condusse il suo Popolo dall’Ippodromo alla Chiesa, dove consumò il resto del giorno in grata devozione1.

[A. 425-435] In una Monarchia, che secondo i varj esempi, avuti precedentemente, potea risguardarsi com’elettiva, o come ereditaria, o come patrimoniale, era impossibile che fossero chiaramente definiti gl’intricati diritti di femminile e collateral successione2; e Teodosio, per gius di consanguineità o di conquista, poteva regnar solo come legittimo Imperator de Romani. Forse per un momento restarono abbagliati i suoi occhi dal prospetto d’un illimitato dominio: ma l’indolente sua natura appoco appoco acquietossi a’ dettami della sana politica. Si contentò di possedere l’Oriente, e saviamente abbandonò la faticosa impresa di fare una distante e dubbiosa guerra contro i Barbari di là dalle alpi; o d’assicurarsi dell’ubbidienza degl’Italiani e degl’Affricani, gli animi de’ quali erano alienati dall’irreconciliabile differenza d’interesse e di linguaggio. Teodo-

  1. Per queste rivoluzioni dell’Impero Occidentale si consultino Olimpiodoro, ap. Foz. p. 192, 193, 196, 197, 200, Sozomeno, l. IX, c. 16, Socrate, l. VII. 23, 24, Filostorgio, l. XII c. 10, 11, e Gotofredo, dissert. p. 486, Procopio, de Bell. Vand. l. 1. c. 3. p. 182, 183. Teofane, in Chronograph. p. 72, 73, e le Croniche.
  2. Vedi Grozio, de Jur. Bell. et Pac. l. 11. c. 7. Egli ha laboriosamente, ma invano, tentato di formare un ragionevol sistema di Giurisprudenza da’ varj e fra loro contrari modi di real successione, che si sono introdotti dalla frode o dalla forza, dal tempo o dall’accidente.