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dell'impero romano cap. xxxii 323

da S. Luca1. Ma questo pellegrinaggio fu il termine fatale delle glorie d’Eudossia. Sazia d’una vana pompa, e dimenticatasi forse delle sue obbligazioni verso Pulcheria, ambiziosamente aspirò al governo dell’Impero Orientale; il palazzo fu diviso dalla femminile discordia; ma la vittoria finalmente fu decisa dal superiore ascendente della sorella di Teodosio. L’esecuzione di Paolino, Maestro degli Ufizi, e la disgrazia di Ciro, Prefetto del Pretorio d’Oriente, convinsero il Pubblico, che il favore d’Eudossia non era sufficiente a proteggere i suoi più fedeli amici2. Appena l’Imperatrice s’accorse, che l’affezione di Teodosio era per essa irreparabilmente perduta, chiese la permissione di ritirarsi alla remota solitudine di Gerusalemme. Ottenne quello che domandava; ma la gelosia di Teodosio, o il vendicativo animo di Pulcheria, la perseguitò in quel suo estremo ritiro, e fu ordinato a Saturnino, Conte de’ Domestici, di punir con la morte due Ecclesiastici, suoi servi più favoriti. Eudossia immediatamente li vendicò, facendo assassinare il Conte: parve, che le furiose passioni, alle quali si lasciò trasportare in questa sospettosa occasione, giustificassero la severità di Teodosio; e l’Imperatrice, ignominiosamente

  1. Il Baronio (Annal. Eccl. an. 438, 439) è copioso, e florido; ma viene accusato di porre le favole di varj tempi al medesimo livello d’autenticità.
  2. In questa breve occhiata sopra la disgrazia d’Eudossia, ho imitato la cautela d’Evagrio (l. I. c. 21 ), e del Conte Marcellino (in Cron. an. 440 e 444). Le due autentiche date, che si assegnano da quest’ultimo, rovesciano una gran parte delle finzioni Greche; la celebre storia del pomo ecc. è buona solo per le Notti Arabe, dove può trovarsi qualche cosa non molto dissimile.