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dell'impero romano cap. xxxii 309

l’immediata remozione del Grisostomo da quel luogo all’estremo deserto di Pitio; e le sue guardie sì fedelmente obbedirono alle lor crudeli istruzioni, che prima ch’ei giugnesse alle coste dell’Eussino, spirò a Comana nel Ponto, nel sessantesimo anno della sua età. La seguente generazione riconobbe la sua innocenza e il suo merito. Gli Arcivescovi Orientali, che dovevano arrossire, che i loro predecessori fossero stati nemici del Grisostomo, furono appoco appoco disposti dalla fermezza del Pontefice Romano a restituire gli onori a quel venerabil nome1. Le sue reliquie per le pie istanze del Clero e del Popolo di Costantinopoli, trent’anni dopo la sua morte, furono trasportate dall’oscuro loro sepolcro alla Città Reale2. L’Imperator Teodosio andò loro incontro fino a Calcedonia; e

    sostomo ha dato la sua anima in adulterio al diavolo e brama che gli sia applicato qualche ulteriore castigo, eguale, se è possibile, alla grandezza de’ suoi delitti. S. Girolamo, ad istanza del suo amico Teofilo, tradusse quest’edificante opera dal Greco in Latino. Vedi Facund. Hermian. defens. pro 3 capitul. lib. VI. c. 5 pubblicata dal Sirmondo oper. T. II. p. 595, 596, 597.

  1. Attico, suo successore, ne inserì il nome ne’ dittici della Chiesa di Costantinopoli l’anno 418. Dieci anni dopo fu venerato come Santo: Cirillo, che aveva ereditato il posto e le passioni di Teofilo suo zio, cedè con molta ripugnanza. Vedi Facond. Hermian. L. IV c. I. Tillemont Mem. Eccl. Tom. XIV. p. 277, 283.
  2. Socrate L. VII. c. 45. Teodoreto L. V. c. 36. Questo avvenimento riconciliò i Giovanniti, che fin’allora avevano ricusato d’obbedire a’ suoi successori. Nel tempo della sua vita, i Giovanniti erano rispettati da’ Cattolici, come la vera ed ortodossa comunione di Costantinopoli. La lor ostinazione però a grado a grado li trasse sull’orlo dello scisma.