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304 | storia della decadenza |
dell’Imperatrice, Teofilo sbarcò a Costantinopoli con un forte corpo di marinari Egiziani, per far fronte alla plebaglia; e con un seguito di Vescovi, suoi dipendenti, per assicurarsi coi loro voti il maggior partito di un Sinodo. Questo1 fu convocato nel sobborgo di Calcedonia chiamato la Quercia, dove Ruffino aveva eretto una splendida chiesa e un monastero, e gli atti del medesimo Sinodo si continuarono per quattordici giorni o sessioni. Un Vescovo ed un Diacono accusarono l’Arcivescovo di Costantinopoli; ma la frivola o improbabil natura dei quarantasette articoli, che presentaron contro di lui, si può giustamente considerare come un bel panegirico, superiore ad ogni eccezione. Quattro successive citazioni furono intimate al Grisostomo; ma egli sempre ricusò d’affidare la propria persona o riputazione alle mani degl’implacabili suoi nemici, che prudentemente evitando l’esame di ogni particolare accusa, condannarono la sua contumace disubbidienza, e precipitosamente pronunziarono una sentenza di deposizione contro di lui. Il Concilio della Quercia immediatamente s’indirizzò all’Impera-
- ↑ Fozio (p. 53-60) ci ha conservato gli atti originali del Sinodo della Quercia, i quali distruggono la falsa asserzione, che il Grisostomo fosse condannato da non più di trentasei Vescovi; dei quali ventinove erano Egiziani. Quarantacinque furono i Vescovi che sottoscrissero la sua sentenza. Vedi Tillemont. Mem. Eccles. Tom. XI. p. 595.
tra i monaci dell’Egitto intorno all’Origenianismo, ed all’Antropomorfismo; la violenza e la dissimulazione di Teofilo; l’artificioso maneggio che fece della semplicità d’Epifanio; la persecuzione e la fuga de’ lunghi, od alti fratelli; l’ambiguo sussidio, che essi ricevettero a Costantinopoli dal Grisostomo ec. ec.