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storia della decadenza |
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torità, ed il suo ardore nell’esercizio dell’Ecclesiastica giurisdizione non andò sempre esente da passione, nè fu guidato dalla prudenza ogni volta. Il Grisostomo era naturalmente d’un temperamento collerico1. Quantunque si studiasse, a norma dei precetti Evangelici, d’amare i suoi privati nemici, egli si estendeva nel
privilegio d’odiare i nemici di Dio, e della Chiesa; ed i suoi sentimenti venivano talvolta esposti con troppa energia di espressioni e di portamento. Egli mantenne sempre, per qualche considerazione di salute o d’astinenza, l’antico suo costume di prender cibo da solo; e tale inospita consuetudine2, che i suoi nemici attribuivano ad orgoglio, almeno contribuiva a nutrire la malattia d’un moroso ed insociabile umore. Separato da quel famigliar commercio, che facilita la cognizione e la spedizione degli affari, si riposava con intiera fiducia nel suo diacono Serapione, e rare volte applicava la speculativa sua cognizione della natura umana a’ particolari caratteri o dei suoi dipendenti o
- ↑ Sozomeno e Socrate più specialmente hanno definito il vero carattere del Grisostomo con una moderata ed imparziale libertà, molto offensiva per i ciechi suoi ammiratori. Quest’Istorici vissero nella successiva generazione, quando la forza del partito era abbattuta, e conversarono con molte persone pienamente informate delle virtù e delle imperfezioni del Santo.
- ↑ Palladio (Tom. XIII. p. 40 ec.) difende molto seriamente l’Arcivescovo. 1. Ei non gustava mai vino; 2. La debolezza del suo stomaco richiedeva una maniera particolare di cibarsi; 3. Gli affari, lo studio, e la devozione spesso lo tenevan digiuno fino al tramontar del sole; 4. Detestava lo strepito, e la leggierezza dei gran pranzi; 5. risparmiava la spesa pei poveri; 6. Temeva, in una Capitale come Costantinopoli, l’invidia e l’accusa di parziali inviti.