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dell'impero romano cap. xxxii 299

del Ministro; e sì come Santo che come oratore il nuovo Arcivescovo sorpassò l’ardente aspettazione del pubblico. Il Grisostomo, nato da una nobile ed opulenta famiglia nella Capitale della Siria, era stato educato per la cura d’una tenera madre sotto la direzione dei più abili maestri. Ei studiò l’arte della rettorica nella scuola di Libanio; e quel celebre Sofista, che presto scoprì i talenti del suo discepolo, confessò ingenuamente, che Giovanni avrebbe meritato di succedergli, se non fosse stato portato via dai Cristiani. La sua pietà lo dispose ben tosto a ricevere il sacramento del Battesimo; a rinunziare alla lucrosa ed onorevole profession della legge; ed a sepellirsi nel vicino deserto, dove depresse le cupidità della carne per mezzo d’un’austera penitenza di sei anni. Le sue infermità lo costrinsero a tornare al consorzio degli uomini; e l’autorità di Melezio fece consacrare i suoi talenti al servizio della Chiesa; ma in mezzo alla sua famiglia, e di poi sulla sede Archiepiscopale, Grisostomo perseverò sempre nella pratica delle virtù monastiche. Applicò diligentemente a stabilire ospedali quelle ampie rendite, che i suoi predecessori avean consumato in pompa ed in lusso; e la moltitudine, che era sostenuta dalla sua carità, preferiva gli eloquenti ed edificanti discorsi del proprio Arcivescovo ai divertimenti del Teatro o del Circo. Si sono premurosamente conservati i monumenti di quella eloquenza, che quasi per venti anni fu ammirata in Antiochia e in Costantinopoli; ed il possesso di quasi mille sermoni o omilie ha autorizzato i critici1 de’ posteriori tempi ad

  1. Poichè io sono quasi al buio dei voluminosi discorsi del Grisostomo, mi sono affidato a’ due più giudiziosi e mo-