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dell'impero romano cap. xxxii 291

ser distintamente veduto ed udito da un’innumerabile folla di ambidue i sessi, e d’ogni età, pronunciò un patetico ed opportuno discorso sopra il perdono delle ingiurie e l’instabilità dell’umana grandezza. Le agonie di quel pallido e spaurito meschino, che stava incurvato sotto la mensa dell’altare, presentavano un solenne ed istruttivo spettacolo; e l’oratore, che di poi fu accusato d’insultare alle disgrazie d’Eutropio, cercava d’eccitare il disprezzo per poter ammollire il furore del Popolo1. Prevalse la forza dell’umanità, e dell’eloquenza. L’Imperatrice Eudossia si astenne o per i propri principj o per quei dei suoi sudditi dal violare il santuario della Chiesa; ed Eutropio fu tentato a capitolare dalle arti più dolci della persuasione e da un giuramento, che gli si sarebbe risparmiata la vita2. I nuovi Ministri dei palazzo, non curando

  1. Vedi l’Omilia di Grisostomo (Tom. III p. 381, 386.) di cui l’esordio è sommamente bello. Socrate Lib. VI c. 5, Sozomeno L. VIII. c. 7. Il Montfaucon (nella sua vita del Grisostomo Tom. XIII. p. 135) troppo leggiermente suppone, che Tribigildo fosse attualmente in Costantinopoli; e ch’egli comandasse i soldati, a’ quali fu ordinato di prender Eutropio. Anche Claudiano, Poeta Gentile (Praefat. ad. Lib. II. in Eutr. 27) ha fatto menzione della fuga dell’Eunuco al Santuario.

    Suppliciterque pias humilis prostratus ad aras
         Mitigat iratas voce tremente nurus.

  2. Il Grisostomo in un’altra Omilia (Tom. III. p. 396) dichiara, che se Eutropio non avesse abbandonato la Chiesa non sarebbe stato preso. Zosimo al contrario pretende (L. V. p. 313) che i suoi nemici l’estraessero a forza εξαρπασωτες αυτον dal santuario. La promessa però è una prova di qualche trattato; e la forte asserzione di Claudiano (Praefat. ed. L. II. 46).