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dell'impero romano cap. xxxii 277

questo deforme e decrepito Eunuco1, che sì sgraziatamente imitava le azioni d’un uomo, era nato nella più vil condizione di schiavo; che avanti d’entrare nel palazzo Imperiale, era stato più volte venduto o comprato da cento padroni, i quali avevano esaurito la giovanile sua forza in ogni abbietto ed infame ufizio, e finalmente nella sua vecchiezza l’avevano abbandonato alla libertà ed alla miseria2. Mentre queste vergognose istorie giravano e si esageravano forse nelle private conversazioni, era lusingata la vanità del favorito con gli onori più straordinari. Si eressero ad Eutropio nel Senato, nella Capitale, e nelle Province statue di bronzo o di marmo decorate coi simboli delle sue civili e militari virtù, e scritto vi fu sopra con pompa il titolo di terzo fondatore di Costantinopoli. Fu promosso al grado di Patrizio, che incominciava

  1. La viva descrizione, che fa il Poeta della sua deformità (1. 110, 125) vien confermata dall’autentica testimonianza del Grisostomo (Tom. III. p. 384 edit. Monfauc.) il quale osserva, che quando era tolto il belletto, la faccia d’Eutropio appariva più brutta e rugosa di quella d’una vecchia. Claudiano osserva (I, 469) e tal osservazione dev’esser fondata sull’esperienza, che appena si trova qualche intervallo fra la gioventù e la decrepitezza d’un Eunuco.
  2. Sembra, ch’Eutropio fosse nativo dell’Armenia o dell’Assiria. I suoi tre servizi, che Claudiano più particolarmente descrive, son questi: 1. consumò varj anni in qualità di drudo di Tolomeo, palafreniere, o guardia delle stalle Imperiali: 2. Tolomeo lo diede al vecchio Generale Arinteo, per il quale con grande abilità esercitò la profession di ruffiano: 3. fu dato alla Figlia d’Arinteo quando si maritò; ed il futuro Consolo era impiegato in pettinare, in presentare il mesciroba d’argento, in bagnare, ed in far vento alla sua padrona in tempo di state. Vedi l. 1, 31, 137.