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18 | storia della decadenza |
l’ambizione e la vendetta suggerir potessero a un disperato Ministro. Sembra, che il carattere di Ruffino giustifichi le accuse, ch’ei cospirasse contro la persona del suo Sovrano per occupare il trono vacante, e che avesse invitato secretamente gli Unni ed i Goti ad invadere la Province dell’Impero, e ad accrescere la pubblica confusione. L’astuto Prefetto, che consumato avea la sua vita negl’intrighi del Palazzo, con armi uguali affrontò le artificiose misure dell’Eunuco Eutropio; ma fu sorpreso il timido spirito di Ruffino dall’ostile approssimazione d’un rivale più formidabile, del grande Stilicone, generale o piuttosto padrone dell’Impero dell’Occidente1.
Il celeste dono goduto da Achille, e da Alessandro invidiato, d’un poeta degno di celebrare le azioni degli Eroi, si ebbe da Stilicone in un grado molto maggiore di quello, che si sarebbe potuto aspettare dallo stato decadente del genio e dell’arte. La musa di Claudiano2, consacrata al suo servizio, era sempre pronta a notare gli avversari di lui, Ruffino o Eutropio, d’eterna infamia, od a rappresentar con i colori più splendidi le vittorie e le virtù d’un potente benefattore. Nelle ricerche intorno ad un periodo di tempo sufficientemente sfornito di autentici materiali, noi non possiamo a meno di non illustrare gli annali di Onorio con le invettive o co’ panegirici d’uno scrittore contemporaneo; ma sic-
- ↑ Zosimo (l. V p. 290), Orosio.(l. VII. c.37) e la cronica di Marcellino, Claudiano (in Ruffin. II 7-100) dipinge con vivi colori le angustie e le colpe del Prefetto.
- ↑ Stilicone o direttamente o indirettamente forma il tema perpetuo di Claudiano. La gioventù e la vita privata dell’Eroe vengono senza connessione espresse nel poema, che fece sul primo suo consolato 35-140.