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dell’impero romano cap. xxxi. |
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alla protezione di queste nascenti Repubbliche. La sfera della loro attrazione era proporzionata a’ lor respettivi gradi di popolazione e di ricchezza; ma i Signori ereditari di ampie tenute, che non eran oppressi dalla vicinanza d’alcuna potente città, aspiravano al grado di Principi indipendenti, ed esercitavano arditamente i diritti della guerra e della pace. I giardini e le ville, che dimostravano qualche debole imitazione dell’eleganza italiana, si dovettero presto mutare in forti castelli per servir di rifugio in occasione di pericolo agli abitatori della vicina campagna1; il prodotto della terra fu impiegato in comprare armi e cavalli, ed in mantenere una milizia di schiavi, di contadini, e di licenziosi satelliti; ed il Capitano dovette assumere, dentro il suo dominio, l’ufizio di civil magistrato. Alcuni di questi Capitani Britanni erano forse i veri discendenti degli antichi Re; e molti di più saranno stati tentati ad adottare quell’onorevole genealogia, ed a rivendicare gli ereditari loro diritti, sospesi dall’usurpazione de’ Cesari2. La situazione e le speranze loro dovetter disporli ad affettare l’abito, il linguaggio, ed i costumi de’ loro antichi. Se i Principi della Britannia ricaddero nella barbarie, mentre
- ↑ Un’iscrizione (ap. Sirmond. not. ad Sidon. Apoll. p. 59) descrive un castello cum muris et portis tuitioni omnium, eretto da Dardano nella sua tenuta vicina a Sisteron, nella seconda Narbonese, e da lui chiamato Teopoli.
- ↑ Sarebbe stato facile in vero lo stabilire la lor potenza, se si potesse ammettere l’impraticabil progetto d’un libero e dotto antiquario, il quale suppone che i Monarchi Britanni di varie tribù continuassero a regnare, quantunque con subordinata giurisdizione, dal tempo di Claudio fino a quello d’Onorio; vedi Whitaker, Istor. di Manchester vol. 1. p. 247, 257.