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dell’impero romano cap. xxxi. 219

[A. 419] Tal trionfo si sarebbe potuto giustamente pretendere dall’alleato di Roma, se Vallia, prima di ripassare i Pirenei, avesse estirpato i semi della guerra di Spagna. I suoi vittoriosi Goti, quarantatre anni dopo aver passato il Danubio, si posero, secondo la fede de’ trattati, in possesso della seconda Aquitania, Provincia marittima fra la Garonna e la Loira, sotto la civile ed Ecclesiastica giurisdizion di Bordò. Questa Metropoli, situata vantaggiosamente per il commercio dell’Oceano, era fabbricata in una forma regolare ed elegante; ed i molti suoi abitatori eran distinti fra’ Galli per la ricchezza, per la cultura, e per la gentilezza delle loro maniere. L’addiacente Provincia, che si è graziosamente paragonata al giardino d’Eden, gode un terreno fruttifero ed un clima temperato; l’aspetto della campagna dimostrava le arti ed i premj dell’industria: ed i Goti, dopo i loro marziali travagli, lussuriosamente esaurivano le ricche vigne dell’Aquitania1. I confini Gotici s’estesero per l’aggiunta di alcune vicine diocesi date loro; ed i successori d’Alarico piantarono la lor residenza Reale in Tolosa, che conteneva cinque popolati quartieri o città dentro lo spazioso recinto delle sue mura. Verso il medesimo tempo, negli ultimi anni del regno d’Onorio, i Goti, i Borgognoni,

    morte d’Adolfo, ed alle azioni di Vallia son riferiti da Olimpiodoro (ap. Phot. p. 188), da Orosio (L. VII c. 43. p. 584, 587), da Giornandes (De reb. Getic. c. 31, 32), e dalle Croniche d’Idazio e d’Isidoro.

  1. Ausonio (de claris urbibus p. 157, 262) celebra Bordò col parziale affetto d’un nativo di questa città. Vedasi appresso Salviano (de Gubern. Dei p. 228. Paris 1608) una florida descrizione delle Province dell’Aquitania, e della Novempopulonia.