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dell’impero romano cap. xxxi. 215

i Pirenei1. Passò questi monti, ed in nome dell’Imperatore sorprese la città di Barcellona. La tenerezza d’Adolfo per la Romana sua sposa non fu diminuita dal tempo, nè dal possesso, e la nascita d’un figlio, chiamato col nome dell’illustre suo avo Teodosio, parve, che lo fissasse per sempre negl’interessi della Repubblica.

La morte di questo fanciullo, il corpo del quale posto in una cassa d’argento fu depositato in una Chiesa vicino a Barcellona, afflisse i suoi genitori; ma il dispiacere del Re Goto fu sospeso dalle fatiche del campo, ed il corso delle sue vittorie fu presto interrotto da un domestico tradimento. Egli aveva imprudentemente preso al suo servizio uno dei seguaci di Saro, Barbaro d’animo ardito, sebbene piccolo di statura, in cui la segreta brama di vendicare la morte del suo amato Signore veniva continuamente irritata dai sarcasmi dell’insolente suo Principe. [A. 415] Fu Adolfo assassinato nel palazzo di Barcellona: una tumultuosa fazione fu causa, che si violassero le leggi della successione2, e Singerico, fratello dell’istesso Saro, non attenente alla stirpe reale, fu posto sul trono dei Goti. Il primo atto del suo regno fu l’inumana uccisione de’ sei figli di Adolfo, nati da un anterior matrimonio, ch’ei senza pietà strappò dalle deboli brac-

  1. Può facilmente dedursi questa mescolanza di forza e di persuasione dal confrontare Orosio con Giornandes, l’Istorico Romano col Gotico.
  2. Secondo il sistema di Giornandes (c. 33. p. 659) il vero diritto ereditario allo scettro Gotico risedeva negli Amali; ma quei Principi, che erano vassalli dagli Unni, governavano le tribù degli Ostrogoti in alcune parti lontane della Germania o della Scizia.