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quale, dopo la morte del padre, era stata educata nella famiglia de’ figli di Promoto. Il giovane Imperatore, di cui si era diligentemente guardata la castità dalla pia cura d’Arsenio suo tutore1, prestò ardentemente orecchio alle artificiose e lusinghiere descrizioni delle grazie d’Eudossia; ne vide con impaziente ardore il ritratto; e conobbe la necessità di nascondere i suoi amorosi disegni ad un Ministro, che era sì altamente interessato ad opporsi all’esecuzione della sua felicità. Poco dopo il ritorno di Ruffino, fu annunciata la prossima cerimonia delle nozze reali al popolo di Costantinopoli che preparavasi a celebrare con false e finte acclamazioni la fortuna della figlia di esso. Uscì dalle porte del palazzo nella matrimonial pompa uno splendido corteggio di eunuchi e di uffiziali, che portavano alto il diadema, le vesti, ed i preziosi ornamenti della futura Imperatrice. Passò la solenne processione per le contrade della città, che erano adornate di ghirlande, e piene di spettatori; ma quando giunse alla casa dei figli di Promoto, il principal eunuco v’entrò rispettosamente, vestì la bella Eudossia degli abiti Imperiali, e la condusse in trionfo al palazzo e al letto d’Arcadio2. La segretezza e la felicità, con cui era

    grità di Bautone Franco. Vedi Tillemont, Hist. des Emp. T. V., p. 771.

  1. Arsenio fuggì dal palazzo di Costantinopoli, e passò cinquantacinque anni in rigida penitenza ne’ monasteri dell’Egitto. Vedi Tillemont, Mem. Eccles. Tom. XIV, p. 676., e 702, e Fleury, Hist. Eccles. Tom. V. p. 1, etc. Ma quest’ultimo per mancanza di autentici materiali ha creduto troppo alla leggenda del Metafraste.
  2. Quest’istoria (Zosimo l. V. p. 290) prova, che tuttavia s’usavano senz’idolatria i riti matrimoniali dell’antichità dai