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dell’impero romano cap. xxxi. | 211 |
L’Imperatore, eletto dal Senato Romano, che era stato promosso, deposto, insultato, restituito, di nuovo deposto, e di nuovo insultato fu alla fine abbandonato al suo destino; ma nell’atto di privarlo della sua protezione il Re Goto fu ritenuto o per pietà o per disprezzo dal fare alcuna violenza alla persona di Attalo. Il misero Attalo, rimasto senza sudditi e senz’alleati, s’imbarcò in un porto di Spagna per cercare qualche sicuro e remoto ritiro: ma fu sorpreso per mare, condotto alla presenza d’Onorio, fatto passare in trionfo per le strade di Roma o di Ravenna, ed esposto pubblicamente agli occhi della moltitudine sul secondo scalino del trono dell’invincibile suo vincitore. Attalo si trovò sottoposto alla medesima pena, di cui nel tempo della sua prosperità fu accusato d’aver minacciato il suo rivale. Fu esso condannato, dopo l’amputazione di due dita, ad un perpetuo esilio nell’isola di Lipari, dove gli fu somministrato un decente sostentamento per vivere. Il resto del regno d’Onorio non fu disturbato da ribellioni; e si può osservare che nello spazio di cinque anni sette usurpatori avean ceduto alla fortuna di un Principe, che era per se stesso incapace di consiglio e d’azione.
[A. 409] La situazione della Spagna, separata per ogni parte dai nemici di Roma per mezzo del mare, dei monti, e delle intermedie province, aveva assicurato la tranquillità di quel remoto e diviso paese, e possiamo risguardare come un sicuro sintomo di pace domestica l’avere pel corso di quattrocento anni la Spagna somministrato ben pochi materiali all’istoria del Romano Impero. I vestigi dei Barbari, che nel regno di Gallieno erano penetrati al di là dei Pirenei, furono tosto cancellati dal ritorno della pace; e nel quarto se-