|
dell’impero romano cap. xxxi. |
209 |
in un campo di battaglia la giustizia della causa di Onorio. La precipitosa ritirata di Costanzo avrebbe potuto giustificarsi con forti ragioni; ma egli abbandonò senza contrasto il possesso della Gallia, e Dardano, Prefetto del Pretorio, si rammenta come l’unico Magistrato, che ricusasse di prestar ubbidienza all’usurpatore1. Quando i Goti, due anni dopo l’assedio di Roma, si stabilirono nella Gallia, era naturale il supporre, che le loro inclinazioni si dovessero solamente dividere fra l’Imperatore Onorio, col quale di fresco avevan fatto alleanza, ed il deposto Attalo, che essi riservavano nel loro campo ad oggetto di fare nelle occasioni la parte di musico o di Monarca. Pure in un momento di disgusto (di cui non è facile assegnare il tempo o la causa) Adolfo si collegò coll’usurpatore della Gallia, ed impose ad Attalo l’ignominiosa incumbenza di negoziare il trattato che ratificò il proprio suo disonore. Siamo di nuovo sorpresi nel leggere, che Giovino, invece di risguardare l’alleanza dei Goti come il più stabil sostegno del suo trono, insultò con oscuro ed ambiguo linguaggio l’officiosa importunità d’Attalo; che disprezzando il consiglio del suo grande alleato, rivestì della porpora Sebastiano suo fratello; e che con la massima imprudenza ac-
- ↑ Sidonio Apollinare (lib. V. Epist. p. 9, 139, con le not. del Sirmond. p. 58) dopo aver notato l’incostanza di Costantino, la facilità di Giovino, la perfidia di Geronzio, prosegue ad osservare, che tutti i vizi di questi Tiranni erano uniti nella persona di Dardano. Pure il Prefetto sostenne un rispettabil carattere nel Mondo, e se è veridica la testimonianza di Sidonio, ei seppe ingannare S. Agostino e S. Girolamo; poichè da questo (Tom. III. p. 66), ricevè i titoli di Christianorum nobilissime, e nobilium Christianissime.